Un industriale con 400 dipendenti e moglie stilista, che fabbrica in Sri Lanka reggiseni per Victoria’s Secret. Un proprietario di tipografie. Un imprenditore della sanità privata. Che cos’hanno in comune? Primo: non fanno i giornalisti. Secondo: sono inquilini – recenti – dell’Inpgi. Terzo: faranno un affare con la dismissione milionaria delle case del nostro Istituto di previdenza. Come lo farà, un affare, la InvestiRe Sgr della famiglia Nattino.
Basta leggere con attenzione le carte del mega-piano di vendita da 550 milioni in due anni (più altri 150 nei due successivi) degli immobili dell’Inpgi, costretto dalla profonda crisi di liquidità a far cassa con il mattone, per capire che a guadagnarci davvero saranno alla fine solo due soggetti: gli inquilini non giornalisti, soprattutto se con contratti di locazione stipulati dal 2013 in poi, e appunto la InvestiRe, società di gestione del Fondo “Giovanni Amendola”, a cui le case dell’Istituto sono state conferite negli ultimi anni, che si occuperà dell’intera operazione. Con autonomia quasi assoluta. E incassando commissioni più elevate rispetto a quanto finora previsto. Mentre tutti i giornalisti ci perderanno.
Proviamo a capire come e perché.