I più “citati” sono, com’era prevedibile, i due dirigenti del settore immobiliare dell’Inpgi ai tempi dell’acquisto delle quote del Fip (Fondo immobili pubblici) per 30 milioni di euro. Accanto a loro, compaiono i nomi di altri funzionari – di livello più o meno elevato – dell’Istituto di previdenza dei giornalisti. E, in qualche caso a sorpresa, pure quelli di amministratori “politici”, ovvero giornalisti eletti dai colleghi nei diversi organismi dell’Ente. Oltre a manager e dipendenti della Sopaf della famiglia Magnoni e della sua Adenium sgr, funzionari di banca, esperti, consulenti. E persino i vertici di una (nota) società immobiliare che dovrebbero riferire della vendita di un immobile a Padova.
È lunga la lista dei testimoni del processo Sopaf che hanno iniziato a deporre nei giorni scorsi a Milano, tra quelli citati dal pm Gaetano Ruta e quelli chiamati invece dalle difese degli accusati. Testimoni che – vale la pena tenerlo ben presente – a differenza degli imputati, a cui è riconosciuto il diritto di mentire per non auto-incriminarsi, sono obbligati a dire tutta la verità, senza omettere nulla di quanto a loro conoscenza. Altrimenti, vanno incontro all’incriminazione penale per falsa testimonianza.