“Il Fip ha reso quasi il 50% in sette anni”. Questo è il ritornello che cantano all’unisono tutti i candidati all’Inpgi vicini al presidente Andrea Camporese, quando si parla del processo Inpgi-Sopaf e delle accuse mosse agli imputati. Se l’investimento nel Fip ha portato un guadagno, è il loro ragionamento, perché qualcuno dovrebbe lamentarsi e addirittura ipotizzare un reato?
Il punto, però, non è questo. E chi conosce i fatti lo sa bene. Il punto sono i 7,6 milioni di euro che sarebbero stati pagati in più, sui 30 milioni complessivamente sborsati, presi dalle casse dell’Inpgi2, la gestione separata di collaboratori e freelance.
Non lo diciamo noi: lo dicono i magistrati milanesi. Per dimostrarlo, pubblichiamo alcuni passaggi di un interrogatorio in cui il pm Gaetano Ruta spiega esattamente in che cosa consista il reato di truffa contestato agli imputati nel processo Sopaf – tra i quali figura anche Camporese.