Inpgi nell’Inps: è garanzia pubblica per le pensioni dei giornalisti

La norma inserita dal governo nella legge di Bilancio ci dà ragione della nostra visione. Grazie a chi ha ascoltato in questi anni le nostre istanze

di Daniela Stigliano, Elena Polidori, Carlo Parisi – Consiglieri di amministrazione Inpgi

Le pensioni dei giornalisti sono ora davvero salve. E hanno la garanzia pubblica, come per tutti gli altri lavoratori dipendenti italiani. Questo è il programma con cui ci siamo candidati all’Inpgi lo scorso anno, questo è il mandato che ci hanno dato le colleghe e i colleghi che ci hanno votato e questo è l’obiettivo su cui ci siamo impegnati in questi mesi di lavoro nel Consiglio di amministrazione. La norma inserita dal governo nella legge di Bilancio ci dà ragione della nostra visione e del nostro lavoro.

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Pensioni giornalisti: «Grazie, Presidente Mattarella»

«Le Sue parole danno un’indicazione chiara per le possibili soluzioni alla profonda e irreversibile crisi della gestione principale dell’Inpgi privatizzato e sgombra autorevolmente il campo da ipotesi inutili quanto impraticabili»

di Daniela Stigliano, Elena Polidori, Carlo ParisiConsiglieri di amministrazione Inpgi

Grazie, Presidente Mattarella. 

Grazie, come giornalisti, per l’attenzione che Lei riserva da sempre ai temi della corretta informazione e all’autonomia e all’indipendenza della nostra professione. E grazie, nel nostro ruolo di Consiglieri di amministrazione dell’Inpgi, per le Sue parole sulla previdenza dei giornalisti. 

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Inpgi, una “promessa” di tagli inutili che non salvano le nostre pensioni

Perché abbiamo detto no a una “delibera di intenti” in 5 punti che penalizzano solo i giornalisti attivi e pensionati. E ci avvicinano al commissariamento

di Daniela Stigliano, Elena Polidori e Carlo ParisiConsiglieri di amministrazione dell’Inpgi

Una promessa di tagli, inutili e temporanei, in cambio dell’ingresso immediato dei comunicatori, almeno quelli pubblici, altrettanto inutile per le sorti dell’Inpgi. Galvanizzata dalla crisi di governo e dalla speranza che un nuovo esecutivo possa modificare le posizioni finora assunte dai ministeri al tavolo di confronto, la maggioranza che guida l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani ha tirato fuori dal cappello una nuova, anomala strategia: approvare una “delibera di intenti” con cinque misure di aumento delle entrate e riduzione delle spese, che però non saranno varate senza allargamento della platea contributiva.

Un’operazione di facciata, priva di qualunque sostanza visto che si tradurrebbe in nemmeno 20 milioni di euro di benefici l’anno per un quinquennio, e a cui noi abbiamo detto responsabilmente no. Perché punisce esclusivamente i giornalisti, attivi e pensionati, senza chiedere nulla agli editori, punta quasi tutto su nuove entrate e taglia in maniera minima costi come i compensi degli organi collegiali e del vertice dirigenziale dell’Istituto, ma soprattutto avvicina sempre più il commissariamento dell’Ente, invece di allontanarlo.

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#CrisiInpgi1 Favole/3 Ecco chi ci sta portando all’Inps (senza paracadute)

Senza un progetto serio ed efficace, corriamo davvero il rischio del commissariamento e di un taglio delle pensioni. Per colpa di chi ha distrutto il nostro Istituto

di Daniela StiglianoGiunta Fnsi e consigliera uscente del Consiglio generale Inpgi (candidata per Sos Inpgi-Garanzia pubblica per le pensioni)

(Terza e ultima puntata sulle favole che ci hanno raccontato e ci raccontano ancora. Qui la prima e qui la seconda puntata)

Daniela Stigliano nuovaSolo un Inpgi privatizzato può garantire l’autonomia dei giornalisti? Questo è quello che, da mesi, ci vuole far credere la maggioranza che guida il nostro Istituto di previdenza e la Fnsi, per giustificare il rifiuto di prendere in considerazione progetti alternativi all’ingresso nell’Inpgi di altre figure professionali. Così come i candidati della gestione che ha portato l’Istituto al disastro hanno fatto una campagna elettorale con un solo argomento: gli altri, cioè noi di Sos Inpgi-Garanzia pubblica per le pensioni, vogliono portarvi all’Inps, perché la garanzia pubblica delle pensioni non è attuabile (oppure, in alternativa contraddittoria, perché c’è già).

Altre due favole, neppure tanto ben confezionate ma ripetute senza sosta per convincere i colleghi con una propaganda fatta di sole parole, senza portare uno straccio di dato, di documento, di prova. Noi, invece, presentiamo ragionamenti, così come dati e documenti. Leggete tutte le puntate sulle favole che ci hanno raccontato e ci raccontano ancora. E poi decidete a chi affidare l’Inpgi nei prossimi anni.

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#ElezioniInpgi2020 Il volantino con i nostri candidati e il programma

Al via da lunedì 10 febbraio le elezioni per il rinnovo dell’Inpgi. Scaricate e diffondete il volantino con i nostri candidati lombardi e nazionali

#ElezioniInpgi2020 al via settimana prossima. Si vota online dalle 8 di lunedì 10 alle 22 di mercoledì 12 febbraio, ai seggi “fisici” sabato 15 e domenica 16 febbraio dalle 10 alle 20. Trovate qui la guida sulle cose da sapere e da fare per votare.

Questo è il volantino con i candidati in Lombardia e nelle liste nazionali di Sos Inpgi – Garanzia pubblica per le pensioni, con i punti del nostro programma. Cliccate sulle immagini per ingrandirle. Potete scaricarlo qui in formato pdf, stamparlo e diffonderlo!

Volantino SOS Inpgi 1 fotoVolantino SOS Inpgi 2 foto

 


Per informazioni, scrivete a unitasindacalefnsi@gmail.com.

#CrisiInpgi1 Favole/2 I comunicatori? Non salveranno le nostre pensioni

La legge sull’ingresso (dal 2023) di altre figure professionali è vaga. E prevede una nuova, pesante riforma subito dopo le elezioni. Ma nessuno lo dice. E voi, vi fidate ancora?

di Daniela StiglianoGiunta Fnsi e consigliera uscente del Consiglio generale Inpgi (candidata per Sos Inpgi-Garanzia pubblica per le pensioni)

(Seconda puntata sulle favole che ci hanno raccontato e ci raccontano ancora. Qui la prima puntata)

Daniela Stigliano nuovaLa formula magica è: ingresso dei comunicatori nell’Inpgi. Una specie di abracadabra capace di riportare l’oro nelle casse di via Nizza rimaste a secco. È questa la favoletta bella che raccontano molti candidati della maggioranza dell’Inpgi e della Fnsi (e pure ahimè qualcuno di una presunta opposizione) e che i vertici dell’Istituto e del Sindacato stanno portando in giro per l’Italia, come una Madonna in processione, in un tour elettorale senza contradditorio alcuno, come si conviene a chi rivendica democrazia (in casa altrui).

Peccato che neppure l’arrivo dei comunicatori o di chi per loro, nel 2023 o prima, potrebbe salvare l’Inpgi e le nostre pensioni: servirebbe solo a prolungarne l’agonia ma conservando, per qualche anno, poltrone e lauti compensi della maggioranza. A meno di non trasferire in via Nizza tutti gli iscritti all’Inps, punto che non sembra essere all’ordine del giorno e che neppure la presunzione di alcuni è finora arrivata a pensare. Oppure di pretendere e assicurarsi la garanzia pubblica delle nostre pensioni, come chiediamo noi di Sos Inpgi.

A dirlo sono numeri e fatti, tutti verificabili dai documenti ufficiali. Leggeteli, prima di decidere a chi consegnare l’Inpgi con il vostro voto alle elezioni di febbraio.

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#CrisiInpgi1 Chi ha amministrato male non merita la riconferma

Appello di 115 giornalisti: via i vertici dell’Inpgi per manifesta inadeguatezza. Poi un percorso per salvare le pensioni di oggi e di domani. Appoggiate le liste di “Sos Inpgi”

Appello sottoscritto da 115 colleghe e colleghi

Dobbiamo salvare l’Inpgi. Dobbiamo salvare le pensioni di oggi e le pensioni delle colleghe e dei colleghi che lasceranno la professione nei prossimi anni. Possiamo farlo ma a una condizione preliminare: che i dirigenti responsabili della situazione fallimentare in cui ci troviamo non vengano riconfermati. Si sono dimostrati incapaci di programmare, di capire e di governare il nostro ente previdenziale.

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#ElezioniInpgi2020 La guida con le istruzioni per votare online e ai seggi

Codice iscritto, password personale e la novità del pin via sms per votare online tra il 10 e il 12 febbraio. Sabato 15 e domenica 16 aperti i seggi “fisici”. Le cose da sapere e da fare

La novità delle elezioni Inpgi 2020 per votare online è un codice pin che arriva per sms. Ma la prima cosa da fare è essere sicuri di avere il codice iscritto e la password personale. Poi, si può votare senza interruzioni dalle 8 di lunedì 10 e le 22 di mercoledì 12 febbraio. Sabato 15 e domenica 16 febbraio si può invece andare ai seggi “fisici” dalle ore 10 alle 20.

Per non arrivare impreparati alla settimana del voto per il rinnovo degli organi del nostro Istituto di previdenza, abbiamo preparato una guida pratica con tutti i passi da fare. Eccola.

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#CrisiInpgi1 Dibattito sul futuro delle nostre pensioni il 5 febbraio a Milano

Confronto tra candidati ed esperti di previdenza alla Sala stampa di via Cordusio. Per saperne di più prima del voto del 10-16 febbraio

Mercoledì 5 febbraio alle 12 ci sarà un dibattito su “L’Inpgi e il futuro delle nostre pensioni” tra candidati alle elezioni del 10-16 febbraio ed esperti di previdenza alla Stampa estera di via Palla 1, a Milano. Un’occasione per affrontare i temi della campagna elettorale, la situazione della previdenza dei giornalisti e le proposte in campo per mettere al sicuro le nostre pensioni, attuali e future.

L’abbiamo organizzato noi di Sos Inpgi – Garanzia pubblica per le pensioni, alleanza nazionale formata da tutti coloro che pensano si possa e si debba voltare pagina per tutelare i giornalisti italiani e le loro pensioni e sostenuta in Lombardia da Unità Sindacale-Mil, Senzabavaglio e Movimento liberi giornalisti (leggi qui programma e candidati). Ma abbiamo voluto invitare anche esponenti della lista L’Inpgi all’Inpgi, promossa da #ControCorrente, ovvero della maggioranza che governa il nostro Istituto di previdenza e la Fnsi, e il presidente della Lombarda, Paolo Perucchini. 

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#CrisiInpgi1 Le favole che ci hanno raccontato. E ci raccontano ancora

L’Istituto è solido. Il patrimonio cresce di centinaia di milioni. Le pensioni dei giornalisti sono al sicuro. Ma non era vero. E voi, vi fidate ancora?

di Daniela StiglianoGiunta Fnsi e consigliera uscente del Consiglio generale Inpgi (candidata per Sos Inpgi-Garanzia pubblica per le pensioni)

Daniela Stigliano nuovaL’Inpgi è in profondissima crisi da molti anni. Lo denuncia almeno dal 2011 la Corte dei Conti, oltre a qualche voce isolata e messa all’indice. Eppure, la maggioranza che ha guidato e guida ancora il nostro Istituto di previdenza (oggi riunita in #ControCorrente) ha fatto finta di nulla pur di mantenere il potere (e i lauti compensi) e ha diffuso la propaganda di un Inpgi solido, di un patrimonio in fantasmagorica crescita, di pensioni dei giornalisti al sicuro. Tutto svelatosi poi tragicamente falso.

Ancora oggi quella maggioranza (e pure ahimè qualcuno di una presunta opposizione), dopo una riforma lacrime e sangue inutile e tardiva, racconta la fiaba di un salvifico ingresso dei comunicatori che rimetterebbe in sesto il carrozzone disastrato di via Nizza. Tutte favolette, ben orchestrate e sostenute dall’armata al comando della Fnsi, che però illudono anche ora tanti colleghi. E che rischiano di portarci al fallimento definitivo, passando prima per un’ennesima riforma delle nostre pensioni. A dimostrarlo ci sono numeri e fatti, tutti verificabili dai documenti ufficiali.

Leggeteli, prima di decidere a chi consegnare l’Inpgi con il vostro voto alle elezioni di febbraio. Perché esiste un’alternativa, di persone e di strade da percorrere per tutelare le pensioni attuali e future.

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#SosInpgi Garanzia pubblica per le pensioni: il nostro programma

Ritorno alla garanzia pubblica per le pensioni attuali e future. Trasparenza di ogni atto e decisione dell’Istituto. Riduzione dei compensi degli amministratori. Ecco i nostri candidati

di Sos Inpgi – Garanzia pubblica per le pensioni

Le elezioni per il rinnovo degli organismi del nostro Istituto di previdenza si terranno dal 10 al 16 febbraio. Noi vogliamo difendere le pensioni attuali e future. E cambiare l’Inpgi per farlo vivere. La nostra lista si chiama “Sos Inpgi – Garanzia pubblica per le pensioni” ed è nata da un’alleanza, a livello nazionale, formata da tutti coloro che pensano si possa e si debba voltare pagina per tutelare i giornalisti italiani e le loro pensioni. In Lombardia è sostenuta da Unità Sindacale-Mil, Senzabavaglio e Movimento liberi giornalisti.

Lo squilibrio tra entrate e uscite previdenziali è negativo da nove anni e il bilancio del nostro Istituto, dopo gli anni degli utili di carta, è in profondo rosso dal 2017 per centinaia di milioni ed è arrivato a 150 milioni nel 2019. Mentre la liquidità in cassa garantisce il pagamento delle pensioni sì e no per due anni.

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Fnsi contro la libertà di pensiero e di parola: aperto il processo alla “dissidente” Daniela Stigliano

di Unità SindacaleMovimento con propri rappresentanti in Fnsi, Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare e Ordine dei Giornalisti

La Fnsi guidata dalla maggioranza di Lorusso e Giulietti vieta la libertà di pensiero e di parola. E manda a processo i “dissidenti”.

Daniela Stigliano, caporedattore del settimanale Oggi (Rcs) e leader di Unità sindacale, sarà interrogata mercoledì 13 novembre dal Collegio dei Probiviri dell’Associazione lombarda dei giornalisti. L’accusa? Aver criticato il contratto Uspi e aver espresso forti preoccupazioni per la tenuta dei conti dell’Inpgi durante i lavori degli Stati generali dell’Informazione e dell’Editoria il 4 luglio scorso, dov’era presente come semplice giornalista e non come esponente sindacale (qui il video dell’intervento, a partire da 3:06:50). Tutte posizioni peraltro note e pubbliche da anni.

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Il Tar del Lazio impone all’Inpgi trasparenza sulla sua gestione

L’Istituto «ha attività di pubblico interesse» e dovrà consegnare i documenti sull’operazione Fondo immobiliare. Non è ora che torni Ente pubblico?

di Daniela StiglianoConsigliera generale Inpgi e Giunta Fnsi di Unità Sindacale (Movimento con propri rappresentanti in Fnsi, Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare e Ordine dei Giornalisti)

Tutti gli iscritti, cioè tutti i giornalisti italiani, hanno diritto alla trasparenza sui documenti dell’Inpgi. In particolare, quelli sulla gestione del patrimonio e sull’operazione del Fondo immobiliare. Ma, per estensione, su ogni atto dell’Istituto di previdenza. È una sentenza importantissima quella con cui il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di alcuni colleghi, difesi dall’avvocato Vincenzo Perticaro, ai quali da anni veniva negato dall’Inpgi il diritto di accesso agli atti relativi al conferimento degli immobili Inpgi al Fondo immobiliare Giovanni Amendola gestito da Investire sgr.

L’operazione, vale la pena ricordarlo, ha permesso la rivalutazione dei beni dell’Istituto, con utili milionari solo sulla carta ma che hanno fatto chiudere formalmente in attivo bilanci altrimenti in rosso, ritardando l’esplosione della crisi e imponendo una riforma che, avviata in anticipo, sarebbe stata meno pesante e penalizzante per i giornalisti.

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#CrisiInpgi1 Una storia (personale) e qualche riflessione sul giornalismo

Nel 1997 l’Istituto non voleva più accettare i miei contributi di giornalista professionista. Oggi i suoi vertici sono pronti, grazie all’asse con la Lega, ad aprire le porte alle figure più disparate. Che cosa ne sarà dell’Ordine e del nostro ruolo?

di Daniela StiglianoConsigliera generale Inpgi e Giunta Fnsi di Unità Sindacale (Movimento con propri rappresentanti in Fnsi, Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare e Ordine dei Giornalisti)

Avevo appena compiuto 32 anni, nel novembre del 1997. I miei bambini avevano 6 e 3 anni. Io ero giornalista professionista da quasi 12 anni, dopo il biennio alla scuola di giornalismo Ifg di Milano, e da 3 lavoravo (per scelta) come freelance dopo esperienze in redazione (con regolare contratto) in tre quotidiani nazionali e un mensile.

In quel novembre di 22 anni fa, mi offrono un’assunzione come direttore generale di un’associazione finanziaria non profit che voleva dare più peso alla comunicazione con la stampa e alla produzione di articoli, inserti e pubblicazioni giornalistiche. Lavoro molto interessante, ottima retribuzione, contratto da dirigente del commercio. E qui comincia il “confronto” con l’Inpgi, privatizzato da 3 anni. Che si concluderà definitivamente solo nell’autunno del 1998.

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#CrisiInpgi1 Appello a Macelloni e Lorusso: chiarezza sul futuro

Apriamo il dibattito tra i giornalisti: 106 colleghi eletti negli organismi di categoria in tutta Italia scrivono alla presidente dell’Istituto di previdenza e al segretario generale Fnsi

Le lettere inviate per conoscenza anche al Cda, al Collegio dei sindaci e al governo. È necessaria la «conoscenza di tutti gli elementi indispensabili per avere, in un contesto di chiarezza assoluta, un quadro della situazione quanto più delineato, definito e chiaro possibile». Ed è «quanto mai opportuna la convocazione in tempi rapidi del Consiglio generale» dell’Ente

Oltre cento giornalisti di tutta Italia, eletti nelle istituzioni di categoria (Inpgi, Fnsi, Ordine, Casagit, Fondo di pensione complementare) hanno scritto una lettera alla presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, per esprimere la preoccupazione loro e dell’intera categoria sulla tenuta dei conti dell’Istituto di previdenza, specie alla luce della sospensione del commissariamento fino al prossimo novembre deciso dal governo (leggi qui).

I giornalisti chiedono di conoscere quali ipotesi siano allo studio del Cda dell’Inpgi nell’ottica di eventuali tagli alle prestazioni e di maggiori entrate, mentre i consiglieri generali dell’Istituto sollecitano la presidente a convocare in tempi solleciti il consiglio generale proprio perché i problemi sul tappeto e le eventuali soluzioni da proporre ai ministeri vigilanti siano noti a tutti e sia possibile un’ampia discussione.

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#CrisiInpgi1, entro 12 mesi un nuovo massacro per le nostre pensioni

Niente comunicatori e nessun commissariamento (per ora), ma l’Istituto dovrà tagliare prestazioni e spese e poi aumentare i contributi. A meno che, finalmente, non si passi al piano B…

di Daniela StiglianoConsigliera generale Inpgi e Giunta Fnsi di Unità Sindacale (Movimento con propri rappresentanti in Fnsi, Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare e Ordine dei Giornalisti)

Comunque vada, sarà un disastro. Per tutti. Per i giornalisti dipendenti, che subiranno certamente una nuova riforma (peggiorativa) delle pensioni future e che potrebbero doversela addirittura pagare con contributi aggiuntivi (e quindi retribuzioni ridotte, se non peggio). Con ogni probabilità per i pensionati, che si potrebbero ritrovare con un assegno fortemente tagliato. E, alla fine, pure per l’Inpgi e per i suoi dipendenti, che potrebbero subire un pesante ridimensionamento.

L’emendamento governativo al decreto Crescita, approvato alla Camera il 21 giugno e che entro fine giugno dovrebbe passare anche al Senato e diventare legge, evita sì il commissariamento del nostro Istituto previdenziale fino al 31 ottobre 2019. Ma chiede un prezzo altissimo a tutti noi per tentare (inutilmente) di tenere in piedi un Ente in profondo rosso e destinato al default che qualcuno, con scarsa (a dir poco) lungimiranza, si ostina a voler mantenere in vita a dispetto e “contro” tutto e tutti, senza voler neppure prendere in considerazione possibili alternative per salvare le pensioni dei giornalisti, come noi chiediamo da tempo (leggi qui).

Il percorso fissato dalla nuova norma è scandito da impegni e date precisi, da oggi al 2022, che gli organismi dell’Inpgi dovranno rispettare. E che tracciano i sacrifici richiesti ai giornalisti. Vediamo come.

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#CrisiInpgi1, prima i giornalisti (e le nostre pensioni)

Diverse le ipotesi per salvare la nostra previdenza. Stati generali dell’Editoria e tavolo tecnico devono essere l’occasione per valutarle e scegliere la più efficace. Sì a una soluzione rapida, non frettolosa

di Unità SindacaleMovimento con propri rappresentanti in Fnsi, Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare e Ordine dei Giornalisti

Prima i giornalisti, cioè tutti noi e le nostre pensioni. È da qui che si deve partire quando si parla di Inpgi e di possibili soluzioni per la crisi della sua Gestione principale, quella dei dipendenti che sostituisce integralmente l’Inps, per intenderci. Perché in gioco ci sono la vita e il futuro di migliaia di persone e delle loro famiglie. Ed è da qui che noi chiediamo con forza di partire a tutti gli attori di questa partita, all’apertura degli Stati generali dell’Editoria e con un tavolo tecnico già avviato al ministero del Lavoro.

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Mentana fa Gol grazie al bel regalo del contratto Fnsi-Uspi

Quattro anni e un unico risultato: un contratto per giornalisti poveri. E un bel regalo a Enrico Mentana: per il suo sito nazionale Open ha assunto 30 giovani con diritti e retribuzioni di serie B

carlo-gariboldi-nuova.jpgdi Carlo E. GariboldiConsigliere di amministrazione della Casagit

Incapaci. Un sindacato di incapaci. In quattro anni la maggioranza che governa il sindacato unitario (sic) dei giornalisti non ha rinnovato il contratto Fnsi-Fieg (non è riuscita neppure ad aprire un tavolo di discussione con gli editori), ha assistito come un pensionato davanti a un cantiere al disfacimento dell’Inpgi, sta boicottando la trasformazione di Casagit.

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Io e l’ex fissa: non ne ho diritto, ma molti colleghi sì. Per questo la difendo

Stigliano video 2di Daniela StiglianoGiunta Fnsi e Consigliera generale Inpgi

Scusate se parlo di me. Ma è corretto che i colleghi conoscano, e valutino, anche gli eventuali interessi in gioco di chi ha incarichi negli organismi di categoria e prende posizione sui diversi temi in discussione. Come sto facendo in queste settimane sulla vicenda del Fondo ex fissa, da componente della Giunta Fnsi e Consigliera generale dell’Inpgi.

Ho 52 anni, lavoro da 32 con contratto, ma non ho diritto all’ex fissa perché a fine 2014 non avevo 15 anni di anzianità aziendale. A quella data avevo 14 anni e 9 mesi di anzianità in Rcs MediaGroup, dove lavoro ancora oggi. Al massimo, quando andrò in pensione, avrò diritto a 10 mila euro invece di molto di più.

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Ex fissa: non è solo una questione da “ricchi” pensionati

Sono 5.500 i giornalisti in attività interessati ai destini del Fondo, di cui oltre l’80% con diritto all’indennità piena. Colleghi che, se Fnsi e Fieg dovessero decidere di chiudere la gestione, non avrebbero diritto a nulla. Nemmeno al mancato preavviso previsto per i “giovani”

di Daniela StiglianoGiunta Esecutiva Fnsi e Consigliera generale Inpgi

L’ex fissa riguarda solo i 2 mila pensionati di oggi? Nemmeno per idea! La confusione, indotta (involontariamente?) da molti, è smentita dai numeri. Sono infatti quasi 5.500 i giornalisti in attività interessati ai destini del Fondo gestito dall’Inpgi che l’attuale maggioranza della Fnsi, guidata dal segretario Raffaele Lorusso, ha messo in discussione insieme con gli editori della Fieg. Colleghi che, se il Fondo ex fissa dovesse chiudere i battenti per volontà del sindacato e degli editori, nella gran parte dei casi non potranno vantare più nulla. Neppure l’indennità sostitutiva del preavviso resuscitata dall’ultimo contratto anche nel caso di pensionamento da parte dell’azienda.

L’attenzione è puntata sulla riunione della Commissione paritetica convocata in via Nizza mercoledì 10 gennaio, alla quale si presenterà anche il neocostituito Comitato Diritto Exfissa. L’incontro dovrebbe valutare le risposte già arrivate alla proposta di taglio tra il 40% e il 50% contenuta nella letterina di Natale inviata a 1.948 colleghi in attesa dell’indennità (leggi qui) e, probabilmente, decidere il rinvio a fine mese del termine entro cui esprimere la “manifestazione di interesse” alla riduzione del credito in cambio di un anticipo dei tempi di pagamento.

Nessuno, in Fnsi, parla e si rivolge anche alle migliaia di “altri” giornalisti ancora al lavoro che vantano un futuro credito nei confronti del Fondo ex fissa. Ecco chi sono.

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