#CrisiInpgi1 Una storia (personale) e qualche riflessione sul giornalismo

Nel 1997 l’Istituto non voleva più accettare i miei contributi di giornalista professionista. Oggi i suoi vertici sono pronti, grazie all’asse con la Lega, ad aprire le porte alle figure più disparate. Che cosa ne sarà dell’Ordine e del nostro ruolo?

di Daniela StiglianoConsigliera generale Inpgi e Giunta Fnsi di Unità Sindacale (Movimento con propri rappresentanti in Fnsi, Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare e Ordine dei Giornalisti)

Avevo appena compiuto 32 anni, nel novembre del 1997. I miei bambini avevano 6 e 3 anni. Io ero giornalista professionista da quasi 12 anni, dopo il biennio alla scuola di giornalismo Ifg di Milano, e da 3 lavoravo (per scelta) come freelance dopo esperienze in redazione (con regolare contratto) in tre quotidiani nazionali e un mensile.

In quel novembre di 22 anni fa, mi offrono un’assunzione come direttore generale di un’associazione finanziaria non profit che voleva dare più peso alla comunicazione con la stampa e alla produzione di articoli, inserti e pubblicazioni giornalistiche. Lavoro molto interessante, ottima retribuzione, contratto da dirigente del commercio. E qui comincia il “confronto” con l’Inpgi, privatizzato da 3 anni. Che si concluderà definitivamente solo nell’autunno del 1998.

Continua a leggere