Fnsi, otto mesi di menzogne sul contratto. Intervenga Giulietti

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Il presidente della Fnsi, Beppe Giulietti

di Daniela StiglianoGiunta Esecutiva Fnsi

Otto mesi di silenzio. Di più. Otto mesi di menzogne. Otto mesi in cui nessuno ha saputo della piattaforma contrattuale, un documento di 12 pagine con tanto di proposte di modifica e/o cancellazione di 7 articoli contrattuali (leggi i dettagli nell’articolo qui), che la Fnsi aveva inviato alla Fieg l’11 novembre 2015 senza mai renderlo noto e discuterlo nella Giunta Esecutiva, né nella Commissione contratto, e quindi nascondendolo a tutti i colleghi. Otto mesi in cui si è lasciato credere a tutti che il confronto con gli editori fosse ancora su ipotesi da verificare, tacendo anche sulla piattaforma presentata per iscritto dalla Fieg. Otto mesi in cui il gruppo che governa la Federazione nazionale della stampa ha calpestato la storia centenaria della Fnsi e strappato in mille pezzi le regole dello Statuto democratico che liberamente il Sindacato nel tempo si è dato.

Un fatto gravissimo, su cui l’unico che può e deve intervenire è il presidente della Fnsi, Beppe Giulietti. E che è importante ricostruire bene. Sapendo che quel documento dell’11 novembre, su cui si sono sviluppate le trattative segrete, negate e infine interrotte con la Fieg di Maurizio Costa (appena confermato presidente per un altro biennio), potrebbe essere rimesso sul tavolo già dalla riunione congiunta Fnsi-Fieg convocata per mercoledì 20 luglio.

Ecco come sono andate le cose.

Il “trucchetto” dell’11 novembre e lo sprezzo per la democrazia
Ogni volta si spera di averle davvero viste tutte. Per esempio dopo l’avvio delle trattative con la Fieg nascosto alla minoranza della Giunta nel giugno 2015 (leggi qui e qui) e il tentativo di nascondere la disdetta del contratto nell’ottobre successivo (leggi qui e qui). Ma la collezione dei “trucchetti” per negare le informazioni alla categoria ideati dalla maggioranza uscita dal Congresso di Chianciano, e ampliata ad altri nel dicembre scorso, si arricchisce sempre di capitoli nuovi. Come appunto l’11 novembre 2015, giorno di riunione della Giunta Esecutiva con la Consulta di presidenti e segretari delle Associazioni regionali di stampa.

Foto punti contratto 11 nov 2015
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Quel giorno, viene ufficialmente inserito nella cartellina dei documenti per la discussione una paginetta intitolata “Punti per la rinnovazione contrattuale” (immagine a sinistra), in cui si presentano una serie di ipotesi di lavoro. Le espressioni utilizzate e l’uso del condizionale non lasciano spazio al dubbio che si possa trattare di proposte già rese operative: “Si potrebbe proporre…“, “potremmo chiamare…“, “si potrebbero individuare...”, “si potrebbe inserire…“, “potrebbe essere accompagnata…“, e così via.

Ebbene, mentre è in corso la discussione è già pronto e confezionato il documento in 12 pagine con la proposta di nuovo articolato, che viene inviato alla Fieg con un documento dal nome inequivocabile “Art. 1, 2(ex 11), 4 e 7 (a Cipriani)“, con perfino l’indicazione del nome (Francesco) Cipriani del responsabile dell’ufficio sindacale della Federazione degli editori. Ma dell’elaborato non si fa cenno neppure nella successiva riunione del 15 dicembre, quando si dice solo che la Fnsi ha “illustrato e motivato” le richieste avanzate (e mai approvate formalmente) e che la Fieg “si è riservata di elaborare un testo scritto delle loro osservazioni“. E nemmeno nei (pochi) incontri di Giunta che si sono svolti fino a oggi il documento è mai stato tirato fuori. Con buona pace di chi continuava a discutere delle “ipotesi” sul tavolo.

Non è chiaro chi fosse in possesso, finora, di questo elaborato non presentato alla Giunta. La Segreteria allargata? L’intero (e ampio) Dipartimento sindacale? E quante e quali Associazioni regionali?

Il ruolo del presidente Giulietti
Siamo caduti a un livello di opacità e di sprezzo delle regole della democrazia sindacale che non ha purtroppo uguali. Si ostenta una disinvoltura nell’occultare le informazioni che non dovrebbe esistere nel Dna della nostra categoria. E si assumono comportamenti che dovrebbero far temere a tutti i giornalisti italiani i rischi che corriamo tutti, e non solo sul fronte del rinnovo del contratto Fieg. Vogliamo davvero andare avanti così?

La domanda è rivolta in particolare a Beppe Giulietti, presidente della Fnsi dal dicembre 2015. Il “trucchetto” dell’11 novembre è stato ideato in un momento di vuoto, dopo la prematura morte di Santo Della Volpe. Ed è probabile che il presidente Giulietti non ne sia stato, fino a oggi, a conoscenza. Ma ora lo sa. Sa che ancora una volta – e chissà quante altre – le norme della democrazia fissate dallo Statuto federale di cui è custode e garante e le regole della trasparenza e del rispetto dei colleghi, sono state entrambe violate e tradite dal vertice operativo della Fnsi. Sa che esiste almeno un altro documento, quello redatto e consegnato dalla Fieg, che viene tenuto segreto.

Spetta a lui e solo a lui, in mancanza palese di senso di responsabilità e serietà politica di altri, non tollerare più la mortificazione costante del ruolo che lo Statuto attribuisce alla Giunta Esecutiva e, di riflesso, anche del ruolo di Congresso e Consiglio nazionale. Perché la Giunta “ha il compito di realizzare gli indirizzi di politica e di azione sindacale espressi dalla categoria in sede di Congresso nazionale e le direttive del CN” e in particolare “stipula e sottoscrive, a nome e per conto della Fnsi, i contratti nazionali di lavoro“.

Così come spetta al presidente Giulietti sostenere la battaglia per la trasparenza più assoluta – che significa anche democrazia e libertà – da parte del Sindacato nei confronti di tutti i giornalisti. L’occasione è ora a portata di mano: il 19 luglio, data della prossima riunione della Giunta insieme con le Associazioni regionali, il giorno prima dell’incontro con la Fieg. Io ci spero ancora.

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