Tutti i testimoni del processo Inpgi-Sopaf

I più “citati” sono, com’era prevedibile, i due dirigenti del settore immobiliare dell’Inpgi ai tempi dell’acquisto delle quote del Fip (Fondo immobili pubblici) per 30 milioni di euro. Accanto a loro, compaiono i nomi di altri funzionari – di livello più o meno elevato – dell’Istituto di previdenza dei giornalisti. E, in qualche caso a sorpresa, pure quelli di amministratori “politici”, ovvero giornalisti eletti dai colleghi nei diversi organismi dell’Ente. Oltre a manager e dipendenti della Sopaf della famiglia Magnoni e della sua Adenium sgr, funzionari di banca, esperti, consulenti. E persino i vertici di una (nota) società immobiliare che dovrebbero riferire della vendita di un immobile a Padova.

È lunga la lista dei testimoni del processo Sopaf che hanno iniziato a deporre nei giorni scorsi a Milano, tra quelli citati dal pm Gaetano Ruta e quelli chiamati invece dalle difese degli accusati. Testimoni che – vale la pena tenerlo ben presente – a differenza degli imputati, a cui è riconosciuto il diritto di mentire per non auto-incriminarsi, sono obbligati a dire tutta la verità, senza omettere nulla di quanto a loro conoscenza. Altrimenti, vanno incontro all’incriminazione penale per falsa testimonianza.

La sfilata e le deposizioni sono appena partite, e di certo continueranno a lungo. La prossima udienza è fissata per martedì 5 luglio. Ma sarebbe già stato predisposto il calendario per i mesi di settembre e ottobre, per una decina di udienze o poco più. Poi, si vedrà. E, infine, la parola resterà ai giudici della II Sezione penale del Tribunale di Milano.

Quello che si può sapere già da adesso è chi sono e su che cosa dovrebbero deporre – in base agli atti di citazione depositati in Tribunale – i vari testimoni, che spesso ovviamente si sovrappongono. Limitandoci in questo articolo ai soli reati che riguardano direttamente l’Inpgi e soltanto ai testi chiamati dal pm e dagli imputati coinvolti in questi reati, tra cui l’ex presidente, Andrea Camporese, a processo per corruzione e truffa aggravata ai danni dell’Istituto (leggi qui e qui).

I testi di Ruta
L’elenco dei testimoni del pm Ruta si apre con il pool di investigatori del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Milano che ha compiuto le indagini e svolto i vari accertamenti: il Capitano Pasquale Danese, il Maresciallo Capo Salvatore Della Ragione, il Maresciallo Ordinario Giuseppe Abrusci e il Maresciallo Pietro Pavone.

Segue un gruppo di cinque uomini ex Sopaf, citati per deporre in generale su tutti i fatti contestati agli imputati, compresi quindi quelli relativi alla presunta truffa all’Inpgi. Si tratta dei dirigenti Daniele Muneroni e Giovanni Nicchiniello, del dipendente Stefano Ravasio, del presidente del Cda Giorgio Cirla e del presidente del Collegio sindacale Stefano Morri.

Otto i testimoni che ricoprivano (e in alcuni casi ricoprono ancora) incarichi all’interno dell’Inpgi (riportati con il ruolo all’epoca dei fatti, ovvero nel 2009), chiamati a deporre in particolare sull’imputazione di truffa ai danni dell’Istituto.

Sei funzionari:

  • Giorgio Fano, responsabile investimenti mobiliari, che nel 2009 aveva scritto e consegnato a Camporese due pareri sull’investimento Fip. Il primo, sotto forma di promemoria interno redatto il 27 gennaio 2009 (di cui esisterebbe però solo la schermata di Word relativa alla sua creazione, modifiche successive e ultima stampa, e non il testo integrale), in cui avrebbe avanzato dubbi sulla convenienza dell’operazione proposta da Sopaf, invitando a confrontarla anche con altri investimenti immobiliari. Il secondo, datato 31 marzo e agli atti del processo, in cui si limita a esaminare le caratteristiche dell’investimento nel Fip, sulla base di un documento di Bnp Paribas, senza giudizi sull’offerta di Sopaf;
  • Marco Mensitieri, responsabile finanza e amministrazione, non più dipendente Inpgi;
  • Pietro Manetta e Francesco Imbimbo, all’epoca dirigenti del settore Immobiliare, il primo responsabile del Servizio amministrativo (ora nell’Area Appalti), il secondo del Servizio tecnico (oggi unico dirigente dell’Immobiliare);
  • Arsenio Tortora, direttore generale fino all’agosto 2009;
  • Stefania Ciaffi, Capo della Segreteria del Presidente e Segretaria degli Organi collegiali, poi passata tra gli ispettori di vigilanza.

Due amministratori giornalisti:

  • Riccardo Venchiarutti, Consigliere di amministrazione e Presidente della Commissione bilancio e investimenti;
  • Stefano Salone, Consigliere generale e componente della Commissione bilancio e investimenti (allora e tutt’ora).

Sempre sull’accusa di truffa all’Inpgi il pm Ruta vuole inoltre ascoltare le deposizioni di:

  • Riccardo Lamanna, responsabile del Servizio Transaction Services di Intesa Sanpaolo;
  • Claudio Grisenti, dipendente dello Studio legale e tributario Di Tanno, residente in Svizzera.

Alcuni di questi testimoni sono già stati ascoltati dai giudici nelle ultime udienze, in particolare sarebbero comparsi in aula Fano, Manetta, Imbimbo e Salone, mentre di Tortora – impossibilitato a essere presente – sarebbero state acquisite sommarie informazioni testimoniali (le cosiddette “sit”).

Infine, Gaetano Ruta ha chiesto ufficialmente di esaminare anche gli imputati, riservandosi di presentare i verbali di interrogatorio se qualcuno di loro dovesse rifiutarsi di deporre.

Camporese chiama il suo vice Serventi Longhi
Sono in tutto 12 i testimoni citati da Ciro Pellegrino, avvocato difensore di Andrea Camporese. Tra cui tre ufficiali del pool del Nucleo di Polizia Valutaria delle Fiamme Gialle di Milano: Danese, Abrusci e Pavone, per riferire sugli accertamenti e la documentazione acquisita a Lugano sul conto corrente aperto alla Bsi da Andrea Toschi (per conto, secondo le dichiarazioni di Toschi, di Camporese).

Il legale dell’ex presidente dell’Inpgi vuole anche sentire:

  • “il Direttore e/o Responsabile della filiale di San Pietro di Stra” della Banca del Veneziano – indicato senza un nome – dove Camporese aveva un conto corrente, perché deponga sulle movimentazioni di questo conto e in particolare sugli accrediti riconducibili a Sopaf e Adenium sgr;
  • il professor Filippo Annunziata come consulente tecnico, sugli accertamenti compiuti sugli investimenti effettuati dall’Inpgi, sull’acquisto delle quote Fip e sulle modalità con cui operavano i comitati d’investimento.

Il gruppo più nutrito dei testimoni voluti da Camporese è però costituito da uomini Inpgi, sei dirigenti e un amministratore giornalista. Nell’elenco compaiono i già citati Imbimbo, Manetta e Tortora:

  • Francesco Imbimbo e Pietro Manetta sono chiamati a deporre sull’istruttoria e sugli accertamenti svolti in merito all’acquisto di quote Fip, sui rapporti con il management della Sopaf e anche sui risultati dell’investimento;
  • l’ex dg Arsenio Tortora, rimasto in carica fino al primo agosto 2009, dovrebbe invece riferire sull’ordine di bonifico disposto il 3 marzo 2009 per il pagamento delle quote Fip e finito in un conto Sopaf diverso da quello previsto dal cosiddetto accordo “escrow”, di cui garante era Intesa Sanpaolo. Un “errore” che Camporese, nell’interrogatorio davanti al pm Ruta, liquida così: “Non mi sono mai occupato di bonifici e pagamenti, è una competenza del direttore generale, non del presidente”.

Gli altri funzionari Inpgi testimoni per Camporese sono:

  • il successore di Tortora sulla sedia di direttore generale ma pure lui ora ex dg, Tommaso Costantini, che era anche membro della Commissione di valutazione e selezione dei fondi dell’Istituto e che per questo dovrebbe riferire su come venivano selezionati i prodotti in cui investire, con particolare riferimento a Fip e al fondo di private equity di Adenium sgr (del cui comitato consultivo è stato presidente Camporese, ricevendo un compenso di 25 mila euro l’anno per il 2012 e il 2013);
  • Giorgio Aicardi, responsabile del personale dell’Inpgi (poi andato in pensione), che dovrebbe raccontare quali fossero i rapporti tra Camporese e Giorgio Fano e tra l’ex presidente e chi offriva investimenti all’Inpgi, in particolare Sopaf;
  • Filippo Manuelli, attuale direttore del Settore amministrazione e finanza, che l’avvocato di Camporese vorrebbe interrogare sulle modalità operative dei comitati d’investimento, sull’investimento nel fondo Adenium e “sull’operazione economica che ha portato all’acquisto delle quote del Fip”, avvenuta però in un’epoca in cui Manuelli non aveva ancora preso il posto di Giorgio Fano.

Uno solo è invece il giornalista che l’ex presidente ha voluto come testimone: Paolo Serventi Longhi. L’ex segretario generale della Fnsi (per oltre 11 anni, fino al novembre 2007), tra il 2008 e il 2012, durante il primo mandato di Camporese, sedeva in Consiglio di amministrazione e nei quattro anni successivi è stato anche vicepresidente vicario dell’Inpgi (è ancora oggi nel Cda). Per questo, l’avvocato Pellegrino vuole interrogare Serventi Longhi sulle modalità con cui il Consiglio di amministrazione assunse le delibere sugli investimenti che vengono contestati nel processo Sopaf.

Nessuno dell’Inpgi per Ciaperoni
Sette nomi per la difesa di Alberto Ciaperoni (ai tempi direttore finanziario di Sopaf e amministratore del Sopaf Capital management sgr, poi divenuta Adenium sgr) sul reato di concorso nella truffa all’Inpgi. Di cui alcuni già presenti nelle liste di altri imputati. Ma nessuno di donne o uomini dell’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani. Dovranno invece deporre:

  • Stefano Siglienti, ad di Sopaf;
  • Claudio Grisanti, avvocato dello Sudio Di Tanno;
  • Sabrina Delle Curti, legale interno di Sopaf;
  • Salvatore Poma, funzionario di Banca Imi;
  • Stefano Origgi, Project manager di Real Estate Advisory group;
  • Matteo Ogliari, revisione della Deloitte;
  • Carla Fontanesi, funzionario di Banca Intesa Sanpaolo a Milano.

Tutti dovranno rispondere a domande sul valore delle quote del Fip all’epoca dell’acquisto e della cessione successiva all’Inpgi, alle modalità di tali operazioni e al ruolo avuto da Ciaperoni.

Interessante invece che il consulente tecnico indicato dall’ex cfo di Sopaf sia lo stesso di Camporese, Filippo Annunziata, chiamato a riferire sulla congruità delle transazioni relative alla sottoscrizione delle quote Fip.

Paparella e il triangolo Sopaf-Immofinanz-Inpgi
Un approccio più tecnico appare quello del legale di Gianfranco Paparella (ex Lehman Brothers e ai tempi collaboratore di Sopaf) già nella scelta del consulente: Mario Massari, docente di Finanza aziendale della Bocconi. A lui è affidato il compito di esprimere valutazioni sulla transazione di 800 quote Fip avvenuta tra Immofinanz (gruppo immobiliare austriaco, attraverso la propria società di investimento Immowest) e Sopaf, e sulla congruità della remunerazione che Sopaf riconobbe al “soggetto proponente” per questa operazione.

A scorrere nomi e motivazioni per cui vengono chiamati i testimoni, l’obiettivo di Paparella sull’accusa di truffa all’Inpgi sembra quello di fare chiarezza sul triangolo tra Sopaf, Immofinanz e Via Nizza. E sui rapporti di Sopaf con entrambi gli interlocutori: il venditore e il compratore delle quote Fip. In cui si fa strada anche il ruolo giocato da Crédit Suisse.

Tre testimoni chiamati da Paparella risultano infatti dirigenti dell’Istituto svizzero all’epoca dei fatti:

  • Matteo Luca Bertolini, Director di Crédit Suisse, dovrebbe riferire sul mandato ricevuto dalla società austriaca Immofinanz per vendere le 800 quote del Fip e a come si svolse l’esecuzione del mandato;
  • Christam Schluter, membro del Real Estate Department di Crédit Suisse a Francoforte, come persona informata dei fatti relativi ai rapporti intrattenuti con Paparella come mandatario di Immofinanz;
  • Peter Saemann, a capo del Real Estate Department di Crédit Suisse a Francoforte, anche lui chiamato a raccontare come si svolse l’esecuzione del mandato a vendere le quote Fip.

Quattro testimoni erano dirigenti o consulenti di Sopaf:

  • Ferruccio Ferrara, consulente di direzione di Sopaf, riferirà sull’origine e la gestione dell’operazione di acquisto delle quote Fip;
  • Claudio Grisanti, avvocato residente in Svizzera incaricato da Sopaf nell’ambito della negoziazione delle condizioni di vendita delle quote Fip all’Inpgi;
  • Maurizio Cozzolin, dirigente Sopaf, dovrà raccontare come si svolse l’attività di negoziazione con Crédit Suisse e Immofinanz;
  • Stefano Siglienti, dirigente Sopaf, dovrebbe parlare anch’egli dell’acquisto delle quote Fip.

Infine, altri quattro testimoni dovranno riferire dell’acquisto da parte dell’Inpgi delle quote Fip dalla (o meglio, attraverso) la Sopaf:

  • i due funzionari del settore immobiliare dell’Inpgi, Francesco Imbimbo e Pietro Manetta, che compaiono tra i testi richiesti da molti imputati;
  • Riccardo Lamanna, dirigente di Intesa Sanpaolo, che era l’escrow agent (il garante della transazione economica) dell’operazione di compravendita delle quote Fip, dovrà spiegare la gestione e la stipula degli escrow agreement stipulati da una parte tra Sopaf e Immowest e dall’altra sempre da Sopaf con l’Inpgi;
  • Roberta Pettinari, al tempo dei fatti componente dell’Ufficio legale del Servizio Transaction Services di Intesa Sanpaolo, dovrà infine riferire degli accordi e delle trattative tra Sopaf e Inpgi, ovviamente sempre nella vicenda della compravendita di quote Fip.

Toschi e l’immobile venduto a Padova
Testimoni a difesa e testimoni d’accusa? Si direbbe così, a leggere tra le righe della citazione depositata dai legali di Andrea Toschi, ad di Sopaf Capital management sgr (poi divenuta Adenium sgr), per quanto riguarda i testi sul capo d’imputazione di truffa all’Inpgi.

Il primo gruppo di otto nomi dovrebbe fare chiarezza sulla cessione delle quote Fip, sulle caratteristiche tecniche, le modalità esecutive e la tempistica dell’operazione, sul tasso di rendimento dell’investimento e sul ruolo “strettamente commerciale” di Toschi nella vicenda:

  • Stefano Siglienti, dirigente Sopaf ed ex ad di Sopaf Capital management sgr (poi divenuta Adenium sgr);
  • Claudo Grisanti, consulente legale di Sopaf;
  • Giovanni Nicchiniello, Direttore area Affari legali di Sopaf;
  • Sabrina Delli Curti, addetta area Affari legali di Sopaf;
  • i due abituali dirigenti Inpgi, Francesco Imbimbo e Pietro Manetta;
  • Marco Mensitieri, ai tempi Direttore amministrazione e finanza dell’Inpgi;
  • Roberta Pettinari, funzionario di Intesa Sanpaolo garante dell’escrow account stipulato tra Sopaf e Inpgi.

Altri due dirigenti Sopaf dovranno invece chiarire “che fu il Consiglio di amministrazione della Sgr (Sopaf Capital management, poi divenuta Adenium sgr) ad attribuire ai membri del Comitato consultivo un compenso di 25 mila euro annui, poi destinati al solo Camporese su decisione assunta dai vertici di Sopaf”:

  • Antonio Mocchi, presidente del Cda di Sopaf Capital management sgr;
  • Michele Pederzini, presidente del Collegio sindacale di Sopaf Capital management sgr.

Infine, il legale di Toschi vuole ascoltare la testimonianza dei due massimi dirigenti della società immobiliare Galotti spa, partner della Hines di Manfredi Catella nell’operazione Porta Nuova a Milano:

  • Luigi Marchesini, presidente;
  • Enrico Signori, amministratore delegato.

Entrambi dovrebbero riferire sulla “vendita per conto di Camporese di un immobile” sito in via Giorgione 5 a Padova.

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